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Pubblicati sull’ American Journal of Cardiology i dati della survey SOCRATES: svelato l’identikit del Cardiologo italiano.
Ad Ischia, dal 25 al 28 aprile 2012, si è tenuto il 13° Congresso Nazionale dell’ARCA e, in quella sede, sono stati presentati i dati preliminari della survey SOCRATES (Survey On Cardiac Risk profile And lyfesTylE habitS in a cohort of Italian cardiologists) che si è conclusa da poco. È questa una indagine conoscitiva sullo stato di Salute Cardiovascolare dei cardiologi italiani, promossa dall’Area Prevenzione dell’ANMCO, dal Gruppo Italiano di Cardiologia Riabilitativa e Preventiva e da ARCA. L’iniziativa si è sviluppata nell’arco di 90 giorni, dal 17 Gennaio al 18 Aprile 2012, periodo durante il quale oltre 5.200 Cardiologi, soci ANMCO, GICR e ARCA di cui sono disponibili gli indirizzi di posta elettronica, hanno ricevuto l’invito a compilare un questionario, in forma anonima e web-based, sul loro profilo di rischio cardiovascolare individuale. Nelle prossime settimane, i dati ricevuti verranno analizzati in dettaglio ma una prima rapida valutazione consente già alcune considerazioni di un certo interesse. 1.178 cardiologi, cioè ~ il 30% dei colleghi che lo hanno ricevuto, hanno compilato il questionario. L’età media è di 53±9 anni (range 28-83 anni) e il sesso femminile costituisce il 26.5% del totale.
La Figura 1 mostra la distribuzione in base alle differenti fasce d’età: sebbene il maggior numero dei cardiologi che hanno aderito all’iniziativa è nel range di età compreso tra 40 e 65 anni e di sesso maschile, prevalgono nettamente le donne nel gruppo di età <40 anni, dato in linea con la maggior affluenza del sesso femminile alle Facoltà di Medicina e alle Scuole di specializzazione in Cardiologia negli ultimi anni.
La maggior parte dei cardiologi che hanno aderito alla survey si considera un “cardiologo clinico” (Figura 1). Inoltre, la distribuzione delle risposte ricevute, in base alla Regione di provenienza, è nel complesso omogenea e sembra riflettere sia il numero di abitanti per regione che il numero di Cardiologi che ci lavorano.
La Figura 2 illustra la prevalenza di alcuni fattori di rischio: si passa dal 3.2% del diabete al 35% di ipercolesterolemia e a ~ il 40% di tabagismo pregresso o in atto; oltre il 5% ha una storia di eventi vascolari in anamnesi. Inoltre, sovrappeso e obesità sono presenti in oltre il 40% dei Cardiologi, soprattutto nei maschi. Poco meno del 40% dichiara di essere sedentario, a fronte di un 15% che svolge attività fisica intensa e di un restante 45% che svolge attività fisica lieve o moderata. Un frequente stato di stress sul lavoro viene riportato da oltre il 25% dei partecipanti.
Nota favorevole, oltre l’80% dichiara di seguire una dieta mediterranea.
Non sono ancora disponibili i dati relativi ai principali parametri biochimici richiesti, nè quelli relativi ad eventuali terapie assunte. Infine, la maggior parte dei Cardiologi si considera a rischio cardiovascolare basso e solo una minoranza molto esigua ritiene di essere a rischio cardiovascolare elevato (Figura 3). Si tratta, al momento, di dati preliminari ed incompleti e sono, pertanto, necessarie valutazioni approfondite e, in particolare, analisi per sottogruppi e correlazione tra dati anamnestici e dati di laboratorio per meglio definire il profilo di rischio cardiovascolare individuale.
Tuttavia, da questa indagine sembra emergere che i Cardiologi italiani, non solo sui loro pazienti ma anche (e soprattutto) su se stessi debbano ancora “lavorare” parecchio per migliorare lo stato di salute cardiovascolare!
Pompilio Faggiano – Pier Luigi Temporelli – Giovanni Zito
a nome del Board di SOCRATES